Fanno la guerra e la chiamano salute

Fanno la guerra e la chiamano salute

FANNO LA GUERRA E LA CHIAMANO SALUTE.

In un limpido fine settimana di maggio ti svegli, vivi in un territorio in cui le liste d’attesa per una visita oncologica sono di 12 mesi, ma scopri che puoi portare i tuoi figli ad eseguire uno screening pediatrico per due giorni all’anno su una nave militare, grazie alla benevolenza di chi fabbrica bombe e specula sui territori.

No, non è l’inizio dei una nuova serie distopica.

È l’inaugurazione della Joint Star 2025.

Il prossimo 10 e 11 maggio, il Porto di Cagliari ospiterà le giornate di lancio di una delle più grandi esercitazioni militari del Mediterraneo, diventando teatro di un paradossale weekend organizzato per ripulire un’immagine sempre più macchiata di sangue e devastazione, in questi anni di conflitti a livello internazionale e di impoverimento del territorio sardo. L’Esercito e alcuni tra i principali attori dell’industria della guerra e dello sfruttamento di persone e territori (Leonardo, RWM, MBDA, Terna, Amazon, per citarne alcune) saranno infatti i promotori e i protagonisti di diverse iniziative incentrate sul tema della salute, con una giornata di screening pediatrici a bordo di una nave militare ed un evento di raccolta fondi per finanziare due nuovi posti letto per il reparto di terapia intensiva dell’ospedale Brotzu come fiori all’occhiello.

Iniziative che hanno un sapore distopico, visto che in Sardegna mancano i medici di medicina generale, le liste d’attesa per le visite anche urgenti sono spesso talmente lunghe che obbligano a rivolgersi ai privati, per chi ne ha la possibilità, o a rinunciare alle cure, per chi non può. Un contesto in cui la mancanza di servizi obbliga all’emigrazione sanitaria, sempre per chi può permetterselo.

In questa situazione, 70 anni di esercitazioni nelle basi militari disseminate sul territorio sardo hanno causato l’aumento di leucemie, tumori e patologie neurologiche nelle zone limitrofe, oltre all’inquinamento di terra e acqua.

Per questo, ci sembra quantomeno ipocrita che l'Esercito si permetta di parlare di salute, in compagnia fra gli altri di Amazon, leader nel settore dello sfruttamento dei lavoratori; di Terna, motore della speculazione energetica e di Poste Italiane, complice nel respingimento dei migranti.

E intanto che l’RWM continua a produrre bombe da esportare per uccidere persone, diventa partner di un’iniziativa per la salute dei bambini. Mentre più di 15000 minori sono morti in Palestina sotto le bombe, esercito e industria bellica organizzano due giorni di visite mediche per i bambini cagliaritani.

Nel frattempo, il governo promette aumenti della spesa militare per partecipare al grande riarmo europeo, mentre la sanità pubblica soffoca.

Due giorni di screening non hanno alcuna utilità. Sarebbero invece necessari programmi di prevenzione a lungo termine, screening gratuiti sempre accessibili, non due giorni all’anno senza alcuna finalità medica ma con un chiaro obiettivo esclusivamente mediatico.

Ci stanno talmente abituando alla retorica della guerra imminente, che sembra normale che l’inaugurazione di un’esercitazione militare venga ospitata dall’Assessorato di Igiene e Sanità e che medici militari fingano di colmare i buchi della sanità pubblica in 48 ore.

E anche se la complicità della Regione, l’Esercito e tutti i partner non ci stupisce per nulla, pensiamo che sia semplicemente inaccettabile.

Il 10 maggio andiamo a fargli capire che in questa distopia non ci vogliamo vivere.

Vogliono fare la guerra e chiamarla salute. Non lasciamoli in pace.

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